Pagina:Versi sciolti dell'abate Carlo Innocenzio Frugoni.pdf/118

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Che fe non eri Tu, forfè più il dolce
Felfineo Ciel non rivedrei, nè i dolci
Diletti Amici, c il dolce amato nido,
Che quafi al par del patrio onoro, e colo;
Nè rivedrei 1’ almo Pattor, cui cinfe
Di Latin1 oftuo, alto ineffabil mesto*,
Primo ornamento, e inetti nguibil Sole
Di Partenope bella, e per lo avito
Regal Sangue vetutto, e per virtude,
E per bell’opre celebrato, e chiaro,
Fin dove giunge in fu i l’onori vanni
Fama non menzognera, e il piacer tolto
Mi fora d’ ammirar, com’ Ei con atti
D’ Eroe fol degni il ben guidato, e ognora
Memorando Governo illuttri, e compia .
Felfina, ahi qual s’ei parte, ahi qual mai perdi
Prence, anzi Padre, che Te amò,, qual ama
Chi per giovar fol giova? O Donna, o grande
Softegno noflro, a i lievi dì ritarda
Il ratto volo, e Lui fui picciof Reno
Lunga ttagion ritieni, e poi gli felli udì
A maggior cofe, che un filenzio facro
Dee cuftodire il luminofo varco.