Pagina:Versi sciolti dell'abate Carlo Innocenzio Frugoni.pdf/127

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Levali, e batte le inftancabil ale
L' altre feguendo, e le raggiunge, e dietro
Si lafcia i venti, e le varcate nubi;
E io poceo, perche poter le parve.
Qual è fin da le vie del Sol difgiunta
Terra, ove il nome alto Tuonar non s' oda
Del SavoneTc noltro? E chi noi fcorge
Fra il VenoGno-, e fra il Tebatio a- l'ombra
Sederli del Tuo Lauro, e df lue grazie,
E de4Tuoi Mirti Anacreonte ornarli
Di propria man l'amabil cetra? Io taccio
Te, buon Cantor di Sorga, e tuo sì Tolto
.In^ullrc ftuol, che per Te nuove aperfe-
Liriche Tonti d'ammirabil vena.
Perche fceglier mi t>iovi in ampia meffe
Elette fpiche, onde a Te, Francia, mova
Di fuo Teforo invidia il fertil folco ,
Tu, fe puoi foco a tuo piacer contendi .
Tu però quella Te', che le notturne
Scene altera {falfeggi: a Te di plaufo
Freme il pieno Teatro* a Te s'afpetta
Da lieto llato in miferabil volte
Fortune iUufiri, quafi terfo fpeglio