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Piacque a ì RE granili, a cui piacer fi tiene
Supremo in terra cuior. Trovar potcro
Nelle lor menti a i fommi Dei vicine
Grazia, e fede i fuoi detti. Avea compagna
Prudenza al fianco, antica Dea, che vela
Di palma a crcfcer lenta il crin canuto,
E a moderar l’uman viaggio efperta
In mille modi il buon cammin ritrova,
E in mille modi la diffidi riva
Delle cofe nel turbine agitato
Sa vittrice afferrar. Fra l’ardue cure
I fortunati accefli, e i buon momenti
Col buon fucceffo a trafvolar sì pretti
Sagace conofcca. Ne’fuoi penfieri
Scdea l’Augutta PATRIA, e il dover facro
Del Carattere eccello; e, quanto loffre
sUn ingegnofo vettigarc onctto,
Ne’chi ufi arcani penetrar fapea,
Che taciturna, e ineforabil guarda
La penfierofa Gelosìa de’Regni.
Là poi ti volgi, ove il Leon partendo
Con l’Aquila i fuoi dritti, attento veglia
De’fuoi confin fujle ragion gelofe.
