Pagina:Versi sciolti dell'abate Carlo Innocenzio Frugoni.pdf/51

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(XLVIII.)

Perche del Nome, e de’ tuoi vanti piene,
90Sì destro guarda, e fra l’eterno cedro
Di viver degne di sua man ripone.
Vengon tarde al tuo Piè, vengono, e sanno
Qual d’esse lungo desiar s’è fatto:
Ma in Conca Oriental non suole perla,
95Oro non suole in Indica Miniera
Nato a fornir corona a regie fronti,
Che crescer lento, e lentamente degno
Del bel destin, del nobil uso farsi.
Tu, che Te stetto, e la tua gloria intendi,
100Teco pensando, che laudevol cura,
E che bella cagion questi a Te sacri
Fogli tardò, le lor dimore assolvi.
E me, che umilTe gli offro, e a Te mi prostro
Me, che sol per Te vivo, e per Te piaccio
105A le Castalie Dee, ma che a Te deggio
Questa dolce, che spiro, aura onorata,
Senza cui forse già m’avrebbe involto
La pallid’ onda de 1’eterno obblio,
Signor, degna d’un guardo, onde in me nova
110Mente, anzi nova Deità discende
Troppo ancor de’ tuoi pregi, e del tuo Nome


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