20Volger quaggiù ver l’onorata Parma
Sguardi di gioja, e di pietate accesi.
Vedrebbel di lassù degnar tra mille
Quest’almo Tempio, che a Lui bianchi veli,
E sazie d’oro, e d’ostro a i Muri appende 25Seriche tele, e in lucidi cristalli
Da le festive volte a Lui risveglia
Tremoli raggi di votive faci,
Candido d’api iblee pregiato dono;
E sel vedrebbe, qual chi in vera calma 30Torbido d’alterezza Andro non pave,
A le splendide lodi intender lieto,
Che a Lui dotta eloquenza in auree prose
Comparte, ed orna, e fa di petto in petto
Gravide gir di maraviglia, e piene 35D’utile esemplo trionfar da l’alto.
Ma in qual’atto soave, in qual sembiante
Sopra ogni immaginar destro, e sereno
Non sel vedrebbe, anche al concorde canto,
Che a Lui tempriam su le dilette cetre, 35Noi celebrato stuol d’eletti Cigni,
Intento starsi, ed ammirar se stesso
D’altre immagini altere, e d’altri modi