Pagina:Versi sciolti dell'abate Carlo Innocenzio Frugoni.pdf/82

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(LXXIX.)

Poiché cessaro gli Oratori illustri,
Presero a ragionar le nostre Muse,
Quale or d’altr’ Inni, che Tu esperto Fabbro
Sai ricercar su le loquaci fila
90De l’armonico tuo gemmato plettro
Raro egli fregio in su gli Altari avrebbe?
Queste Tu intanto ne 1’aperto giorno
Or ora apparse non vulgari carte,
Ricche de i pregi suoi, ricche de i doni,
95Che rado apre fra noi 1’Arte de’ Vati
Saettatrice del vegnente obblio,
Ricevi, e degna de’ tuoi dotti sguardi.
Qual non in esse troverai ferace
Bella Messe Febea, che a l’agil lume
100Nata del pensar retto, e poi da l’ampie
Del fecondo saper vene irrigata
Su i venturosi suoi floridi solchi,
Colse il tuo gran Germano alma felice,
Che viva d’onor fede, e vivo esemplo
105Di quante in nobil cor denno aver stanza
Magnanime Virtudi, il patrio lido,
E carca d’anni, e di vetusta fama
L’arbor paterna, e questo secol guasto


Lar-