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Pagina:Viaggi alle Due Sicilie e in alcune parti dell'Appennino, vol. 1, 1792 - BEIC IE6478057.djvu/180

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che a lui detta possedeva la virtù di generar mostri, metà rane, e metà tinche. Ma non vi era bisogno d'un Vallisneri per conoscere, e compatire tanta dabbenaggine. Il girino che gli fornì materia di ridere, non d'imparare, era di straordinaria grossezza, dal che egli argomenta esser le rane di cotal Lago delle più grandi; ma convien dire che quel curioso animale fosse di tutt'altro paese: e forse poteva esser d'America, sapendosi che questo genere di amfibj cresce colà a dismisura. Di fatti i ranocchi del Lago d'Agnano non li rinvenni niente più grandi dei comunali; ed il simile fu de' girini, che per essere sul terminare di Luglio, eran già adulti, anzi parecchi gettata la coda, prese avevano le fattezze di rane.

Le sponde, e il fondo di questo Lago sono di tufo, raramente interrotto di frammenti di lave, e di pomici, senza però che appariscan mai, fin dove almeno può arrivar l'occhio, filoni o strati di lava. E però io argomento che quella eruzione sia stata in tutto, o in massima parte fangosa.