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Venti, escrescenze. 205

gnesi. Un annuvolamento, una pioggia o una grandine che cada in una parte del lago, disordina tosto la regolarità del vento, e mano da un improvviso soffio, spavento de’ barcaiuoli; e quindi i più cauti, all’udir del tuono (che chiamasi colà rumata), ritiransi a un qualche porto, o in un luogo riparato. Alterano pure la regolarità del vento le valli che nel lago immettono, e il vario andamento delle creste de’ monti fa cadere, secondo le diverse inclinazioni, sul lago que’ venti che diconsi montivi, e che giugnendo improvvisi, non lasciano d’essere pericolosi.

Il pericol però nasce più dalla forma delle barche e delle vele, che dai venti e da’ flutti. Convien dire ciò non ostante che pochi sono i naufragj, e derivati sempre da barca o troppo o mal carica, o da barcaiuoli ubbriachi.

Quantunque il lago di Como riceva un solo grosso fiume, cioè l’Adda, che per sè forse non agguaglia nè il Ticino, nè la Tosa del Verbano, pur a molto maggiori escrescenze, che talora oltrepassano i 15 piedi, è soggetto, principalmente nel ramo di Como; il che nasce da l’essere questo senza un emissario. I venti a ciò molto cooperano, poichè il nord accumula le acque verso Como, e il sud impedisce loro di portarsi verso Lecco, onde a Como refluiscono. E poichè le acque