Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/143

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e la Liburna di Strabone1. La Tavola di Peutingero mette Burno a destra del fiume Tizio, sopra Scardona, 24. miglia lontano da Nedinum, ch’è il Nadino de’ giorni nostri, 25. miglia per l’appunto distante da questo luogo, da’ tre Archi, che tuttora vi si vedono, chiamato Suppliacerqua, vale a dire Chiesa traforata. Non à molti anni eglino erano cinque, e da un Morlacco due ne furono disfabbricati per far uso del pietrame. Di quei tre, che sussistono, uno à ventun piede di corda; i due minori, che gli stanno a destra, la metà meno. Il tempo à maltrattato assai quell’antico monumento, ch’è fabbricato di pietra dolce simile al Moilon de’ Francesi, e meno compatta della nostra pietra di Nanto, e di S. Gottardo ne’ monti Vicentini. Quello che ce ne resta mostra però assai bene, ch’egli fu eretto ne’ buoni secoli dell’Architettura. Se si potesse agevolmente far iscavare il terreno d’intorno ad esso si troverebbe, ch’è benissimo proporzionato. Io l’ò fatto disegnare come attualmente si vede (Tav. V). Non vorrei determinare a qual fine sieno stati eretti i cinque Archi di Suppliacerqua; sembra però dovessero stare isolati, perchè le scannellature, e cornici dell’Arco si vedono egualmente da entrambe le facciate. Potrebb’egli essere stato un monumento trionfale di cinque Archi? Rovine rimarchevoli non v’ànno colà presso:

  1. Il Meriano (Topograph. Carniol.) ebbe molto men buone ragioni di mettere l’antica Burno dove ora è Gottschevia, il di cui sito non fu abitato ne’ secoli Romani, ed è lontanissimo da’ luoghi accennati dai Geografi come vicini a Burno. Peggio ancora s’appose colui, che questa Città antica si credette di ben collocare sul fiume di S. Vito, dove altre volte fu Tarsatica, e non mai Burno, che dev’essere lontano di là intorno a dugento miglia. V. Schonleben. Carniola Antiqua & Nova.