Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/165

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Di questo suo viaggio egli deve avere scritto un esteso Giornale, di cui non ci rimane altro che un Frammento degnissimo di vedere la luce1. Antonio dovette seguire Solimano, che andò a portar la guerra su le frontiere della Persia; e per cinque anni errò coll’esercito Turchesco di paese in paese. Egli profittò della lunga dimora per unire molte memorie spettanti alla Polizia, all’Arte militare de’ Turchi, e alla Corografia delle contrade soggette alla Porta. Augerio Busbekio, di cui abbiamo un Trattato del Governo Ottomano fra le Repubbliche Elzeviriane, andava, e veniva in questo frattempo da Vienna in Turchia, e finalmente concluse una tregua. Il Veranzio, e lo Zay partirono di là, al dire del Busbekio medesimo, agli ultimi d’agosto del MDLVII. Non finì l’anno, che Antonio fu traslato dal Vescovato di Cinque-Chiese a quello d’Agria; nel seguente trovasi una Lettera di Paolo Manuzio al nostro Vescovo, che n’ebbe anche una dal celebre, e sfortunato Aonio Paleario nel MDLX. Fra le Carte Veranziane, ch’io ò sotto gli occhi, non trovo cosa rimarchevole sino al MDLXVII, nel qual anno andò per la seconda volta Ambasciadore alla Porta, pell’Imperadore Massimiliano II. Il trattato di pace con Selimo II. fu condotto a fine in pochi mesi dallo sperimentato Ministro, e grandissimo vantaggio ne venne a tutta la Cristianità. Di quest’Ambasciata celebra le lodi un Poemetto Elegiaco di Giovanni Seccervizio. Molti libri manoscritti dovette raccogliere nel-

  1. La più interessante parte delle memorie della lunga, e pericolosa spedizione che fu affidata al Gesuita Riceputi, che raccolse pella Dalmazia preziosi documenti col pretesto di farli servire all’intrapresa Opera dell’Illirico Sacro; e subì la sorte di quasi tutte le altre Carte radunate da lui smarrindosi di quà dal mare.