Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/175

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gnuola. Esce questo fiume mormorando per ogni lato da spelonche stillanti, dove producesi il marmo; e ognuno concorre a vedervi un prodigio là dove le di lui acque cangiano in pietra il legno. A te porta, o Sibenico, questo fiume Anguille, le carni delle quali non porgono malignità alla febbre, e prima ch’ei precipiti dalla sua gran cateratta vi si trova la rinomata Trota, che d’oro si nutrisce. Lungo quelle sponde abitano cani coraggiosi, che fremono unicamente contro il Turco, e il Morlacco (di lui suddito), e sono intenti a morderli. Il paludoso Lago caccia fuori per nostro uso di sette in sette anni numerosi stuoli d’Anguille. Anche i Granchi da cento piedi, che Schille sono chiamati, nuotano lunghi un palmo dinanzi a noi. I Dentici coronati trovansi più squisiti presso a questa Città che in qualunque altro luogo. Ed è ben conveniente cosam che facciano onore al sito; perchè quivi particolarmente concorrono in gran numero i pesci più nobili che abbia il mare, e vi corteggiano il Re, vagando pei pascoli d’ogni sorte sì fattamente, che alcuna volta il pesce abitator della sabbia fatto dimestico viensene biandamente all’asciutto lido. Ma più maravigliosa creatura vi si fece vedere, e vi fu preso un marino uomo insociabile. Per noi nodrisce presso a’ suoi vortici il mare Kotoragne1 riguardevoli per la loro mole; e i di lui scogli subacquei sono così ricchi, che vi crescono i rami del Corallo. Lontano dal mare, in mezzo al-

  1. Nessuno a Sibenico à saputo dirmi che spezie di pesce sia la Kotoragna. Generalmente il dialetto di questo Poemetto non è inteso da’ Sebenzani, nè somiglia ad alcuno de’ colti, che s’usano adesso nella Dalmazia Veneta.