Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/195

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velena le povere mense de’ nostri contadini. Io mi fermai su d’una di queste Isole per molti giorni; e la speranza di poter giovare alla mia Nazione mi vi occupò di quest’oggetto assai più, che delle curiosità Naturali, onde il vicino mare puot’essere fecondo. Io non vi tratterrò su questo proposito, i di cui dettagli sono più fatti per interessare le viste Economico-politiche del Governo, che de’ Dotti forestieri.

Tutte e tre queste Isole furono abitate dagli antichi Romani; e in ciascuna di esse trovaronsi monumenti di quella Nazione inondatrice di tutto il mondo allora cognito. A Zlarin fu disotterrato nel XVI secolo il marmo sepolcrale d’una Donna chiamata Pansiana, e che vi portava il titolo di Regina. I Dotti d’allora, che numerosi erano nella vicina Città, cercarono inutilmente da qual paese potess’essere venuta a lasciar l’ossa in quell’Isola una tal Signora; e non trovandone vestigio nelle Storie, con molta probabilità congetturarono, che si trattasse di qualche Regina Barbara, relegatavi dopo d’aver servito d’ornamento al trionfo del suo vincitore. Io non ò potuto ridissotterrare questa Iscrizione, nè trovarne traccia veruna oltre a quelle, che me ne diedero le memorie ms. di que’ tempi.

Parvich, è di picciolo circuito, ma d’altrettanto pregevole fertilità. Tutti i prodotti vi riescono perfettamente; dico i prodotti, de’ quali quel terreno poco profondo è suscettibile: vale a dire il vino, l’oglio, i mori, e le frutta, L’aspetto di quest’isoletta è delizioso anche di lontano, dove quello dell’altre vicine disgusta l’occhio colla mostra di troppo alti colli, e troppo sassosi, ed ignudi. Il nome di Parvich le sembra venuto dall’essere la prima che s’incontra uscendo dal Porto di Sibenico; la voce Illirica Parvi equivale alla nostra Primo.