Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/235

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cettibili, che senza la Pece medesima, da cui sono annerite, non si potrebbono per alcun modo ad occhio nudo distinguere. Dall’angustia delle vie forse dee in parte ripetersi la scarsezza del Pissasfalto, che geme da quelle rupi.

Io ò rotto molti, e molti pezzi di quella pietra forte calcarea: e vi ò costantemente trovato dentro macchie nere di Pece lucida, che ànno talvolta comunicazione cogli screpoli esteriori, e talvolta sono come laghetti isolati, senza uscita da veruna parte. Mi parve sul fatto s’avesse quindi motivo di sospettare, che la Pece preesistesse al rassodamento della terra calcarea in pietra di quell’antico fondo marino, ch’è certamente faccenda di qualche antichità.

La parte superiore del colle è marmorea, e quasi nuda di terreno; alberi non vi allignano, nè senza gran soccorsi dell’arte vi potrebbono allignare. Chi mi saprà dire d’onde colà sia venuta, e come al percuotere de’ raggi solari in que’ dirupi sciolgasi, e trasudi la Pece di già cotta, e annerita? Qual rimotissimo incendio di selve, o qual Vulcano la produsse? Ed in qual distanza prodigiosa di tempi, e differenza di circostanze? E come v’entra quell’acqua, che l’accompagna fedelmente, anche ne’ tempi di maggior aridezza? Vien’ella dagli alti monti del Continente passando per di sotto al canal di Mare, che divide l’Isola di Bua da Traù? E in questo caso, come può ascendere attraverso i compattissimi strati di marmo, onde l’Isola stessa è composta? Si potrebbe pensare, che l’ardore del Sole rendesse que’ massi atti ad attrarla dal mare medesimo, che in alcun luogo sotto d’essi s’insinua, o da qualche fonte ben profondamente sepolta? Io non m’appiglio a verun partito, e lascio a Voi, che siete maestro in queste oscure materie, a decide-