Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/282

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ziar male alcune poche parole Illiriche. L’inospitale, e sospettoso uomo negò assolutamente d’aprire la Chiesa, nè volle cedere alle preghiere, che replicatamente gli furono fatte colla maggior umiltà possibile. Egli non rispose mai altro, che nechiu, „non voglio,“ a quanto gli potè dire la guida, ed io balbettare. Quest’asprezza di procedere, mi fece perdere la pazienza; non mi vergognai più a parlare Illirico, e proruppi nell’andarmene in un catalogo così ampio di titoli contro di quell’uomo ferreo, che credo d’avervi fatto entrare, oltre gli strapazzi mascolini, anche le villanie, che si dicono alle donne. Il buon Curato mi lasciò gracchiare, e si chiuse nella sua capanna pacificamente. Questo fu il primo, e il più solenne, anzi quasi il solo esempio d’inospitalità, ch’io abbia incontrato in Dalmazia: ma io vi sono stato così sensibile, che non ò potuto a meno di farne particolare memoria.

Guardivi il Cielo, o Signore, dall’incontrare così duri, e scortesi uomini pelle montagne, che andate visitando, e dalle quali recherete un gran numero d’importanti notizie ed osservazioni Francesi, e Germaniche in qualunque altro Viaggio, da cui avrà sempre ragione d’attendere la Repubblica de’ Naturalisti! Io aspetto avidamente, il ritorno vostro a queste Contrade, come d’un Soggetto a cui mi legano indissolubilmente la venerazione, ch’io ò pella solida virtù, e il vincolo degli studj comuni, per cui v’amo, ed ò in pregio fra tutti gli Orittologi a me noti, niuno de’ quali vi può stare a fronte pell’acutezza della vista, pell’esattezza degli esami, pella determinazione coraggiosa, e pell’infaticabilità cui portate ne’ viaggi montani.