Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/284

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chevole: ma, se lo fossi divenuto a mio dispetto, e senz’avvedermene, non avrò per male che gettiate questa mia Lettera lungi da Voi. Io intendo pienamente quanto ingiusta cosa sarebbe che fosse procurata noja, e perdita di tempo prezioso ad un Uomo di merito qual Voi siete veramente per comune consenso riconosciuto in Italia, e ne’ più colti, e da noi rimoti oltramontani Paesi. Le vostre ore sono preziose alla repubblica dei Dotti; quindi è ch’io non aspiro ad occuparle, e ve ne chiedo soltanto i ritagli.

§. 1. Delle fonti della Cettina.

Contigue al picciolo Casale di Jarebiza, tre miglia lontano da Verlika, trovansi appiè d’un colle marmoreo le quattro principali fonti del Tiluro, detto dagli abitanti Cettina, che dopo breve corso si congiungono tutte in un alveo, dando il nome di Vrilo-Cettine a quel luogo. Il paese irrigato da questo fiume portò ne’ tempi andati il titolo di Contea o Zupania, e dipendè da un picciolo Principe particolare; non v’ebbe però mai Città, che avesse il nome di Cettina, e molto meno v’è adesso, quantunque da parecchi Geografi, e segnatamente dal Signor Busching sia nominata, coll’aggiunta anche d’un Lago, che non esiste. Il Porfirogenito chiamò Tzentzena la Zupania di Cettina. Sin dalla prima volta, ch’io mi portai alle fonti di questo fiume in compagnia di Mylord Hervey, due di esse mi sembrarono meritare una particolar attenzione. I colli, che stendonsi fra le montagne di Kozjak, e Dinara, e che fanno colle radici loro corona alle belle campagne della Cettina, alzandosi a misura che s’internano, vanno a congiungersi col monte Hersovaz. Le apparenze esteriori mostrando sovente delle irregolarità negli strati, che compongono que’ colli, po-