Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/31

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finalmente il fracidume dall’estremità propagandosi sino alle principali diramazioni, il tronco medesimo ne resta offeso, e perisce. 1

§. 5. Della Città di Zara.

Zara, detta Jadera da’ Latini, e Diadora ne’ bassi tempi, ch’era una volta la Capitale della Liburnia, vale a dire della gran Penisola, che sporge in mare fra i due fiumi Tedanio, e Tizio, ora conosciuti sotto i nomi di Zermagna, e di Kerka, dopo la decadenza dell’Impero Romano è divenuta la Capitale di una più estesa Provincia. Il tempo, che à fatto perdere sino alle vestigia della maggior parte delle Città Liburniche, à sempre rispettato questa. Ella gode attualmente di tutto lo splendore, che può convenire a una Città suddita; e probabilmente à guadagnato coi girare de’ secoli in vece di perdere. La società di Zara è tanto colta quanto si può desiderarla in qualunque ragguardevole Città d’Italia; nè vi mancarono in verun tempo uomini distinti nelle Lettere. Federico Grisogono, che visse nel bel mezzo del XVI secolo pubblicò un Discorso sopra le cause del flusso, e riflusso del mare, attribuendolo alla pressione del Sole, e della Luna. Gian-Paolo Gallucci, Saloense inserì per intero questo Trattatello

  1. Nel mese di settembre 1773, vale a dire un anno dopo, ch’io avea scritto queste osservazioni, ritornato a Zara non trovai su’ fichi de’ contorni vestigio alcuno dell’insetto. Così io cercai indarno sull’Isole di Cherso, d’Ossero, di Veglia, d’Arbe, e di Pago. Communicai quel poco, ch’io ne ò osservato, al celeberrimo Naturalista sig. Carlo Bonnet, e questo illustre amico mi anima a proseguirne l’esame, come di cosa interessantissima pell’Insettologia non meno che per le Arti.