Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/332

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ri inoltrandomi anche in quelle contrade, alle quali non vi permisero d’andare i pressanti affari vostri. Il piano della mia spedizione soffrì una non prevedibile alterazione; e quindi del poco che ò veduto dovendo contentarmi, e in necessità di provare al Mondo, ch’io non sono stato ozioso, diedi alle Osservazioni mie quella forma, di cui poterono essere suscettibili, non quella che avrei voluto dar loro se le avessi a dovere compiute.

Io conto sì fattamente, Mylord, su la bontà dell’animo vostro, che mi lusingo non isdegnerete di vedervene dirette alcune, e vorrete pazientemente occuparvene, come d’una prova della costante memoria, gratitudine, e tenerezza che a Voi mi congiunge, e mi terrà unito a dispetto della lontananza mai sempre.

§. 1. Della Città di Macarska.

Quel tratto di litorale, che stendesi fra i due fiumi Cettina, e Narenta, il primo de’ quali Nestus, e Tilurus, il secondo Naro dagli Antichi fu detto, dove racchiudevasi due secoli prima dell’Era nostra la propriamente detta Dalmazia, è stato da’ Greci de’ bassi tempi conosciuto sotto il nome di Paratalassia, e quindi dagli Slavi con denominazione equivalente fu chiamato Primorie, Dai racconti d’Appiano rilevasi, che gran numero di Città v’ebbero gli Ardiei, o Vardei, parte proprie, parte tolte per forza alle Nazioni vicine da loro domate, prima dell’invasione de’ Romani; e dalla Tavola Peutingeriana apparisce, che parecchie ve ne rimasero dopo la conquista, nelle quali stabilironsi i Vincitori, che vi fondarono anche de’ nuovi Municipj. Di questa verità se ci mancassero le prove manifesto indizio darebbono le frequenti Iscrizioni, che svolgendo la