Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/346

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chiesi, che si lamentano giornalmente del mare sopraffattore; la rovina parlante del non oggimai per qualunque dispendio che vi si faccia ben riparabile Porto d’Ancona, e del monte vicino, che vien rovinato a occhi veggenti; la Città di Conca sommersa poco lontano da Rimino; le fondamenta subacquee di Ciparum in Istria, che pur fu distrutta del DCCC, e tante altre osservazioni corrispondenti sono estranee al mio proposito. Io vi deggio parlare di ciò, che à rapporto al livello del mare lungo il litorale Primoriano.

In tutta la spiaggia dalle foci di Cettina sino a quelle di Narenta il mare à visibilmente perduto della sua antica estensione in superficie. Le ghiaje, le terre, le sabbie portate giù da’ monti pell’impeto de’ torrenti ànno colmato le Valli, e d’un lido, che anticamente sarà stato second’ogni apparenza portuoso, ànno fatto una spiaggia esposta ai venti, e totalmente priva di seni. Il mare infuria adesso contro questi nuovi terreni, e li va rodendo tanto più agevolmente, quanto ch’e’ non ànno gran connessione di parti. Per quanto s’abbassi la marea in que’ luoghi, dove il lido corroso sorge a perpendicolo, non si discuopre però mai altra materia che lo componga se non se ghiaje montane. I Promontorj, che in varj luoghi sporgono in mare dal Continente, invece di ricevere aumento, o fiancheggio, come dovrebbe accadere se il mare (come ad alcuno potrebbe venir in pensiero) cacciasse al lido le proprie ghiaje, perdono di giorno in giorno della loro estensione, e divengono scogli subacquei, capovolti, e staccati dal monte.

A queste osservazioni generali due di particolari ò potuto viaggiando pel Primorie congiungerne. L’una mi è stata dettata dall’Iscrizione scolpita nel vivo dello scoglio lungo il lido di Xivogoschie, nella quale è parlato non solo d’una fonte che non vi sgorga più, ma