Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/361

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Vicentini, dai quali il Conte Abate avea preso anche l’aratro da monte con quattro ruote, e tirato da quattro buoi, che non si usava da’ Primoriani avvezzi a graffiare la terra con un leggierissimo aratro senza ruote, e tirato da due piccioli animali.

Per mettere le sue sperienze al coperto da ogni eccezione, egli avea scelto il luogo più dominato dal vento, il più soggetto agli altri incomodi del clima, e del più laborioso fondo; sapendo benissimo, che de’ tentativi fatti in luoghi vicini all’acque, coperti da’ venti, e di terreno pastoso non si suol dare il merito all’intelligenza del Coltivatore se riescano bene, ma solo alle favorevoli circostanze. Il saggio Amico mio avrebbe voluto, che la Georgica fosse trattata piuttosto per via di fatto dai possessori di terreni, che per deduzioni, e congetture, e compilazioni da gente, che non à un campo in proprio; quindi egli era poco divoto de’ Fogli periodici, che trattano di questa materia; delle sperienze poi non faceva il menomo conto se le non erano fatte all’aperto. Secondo il di lui modo di pensare, come non si dovrebbono scegliere pegli usi medicinali le piante alpine trasportate in un Giardino Botanico a preferenza di quelle, che si colgono su’ monti, così non si dovrebbe far caso delle prove eseguite ne’ terreni chiusi, preparati, irrigati, se non dopo d’averle vedute riuscire nelle vaste tenute, o su i monti.

Le colline del Primorie sono in parte sassose, e in parte coltivabili; è però necessario usare dell’industria e della fatica per ridurre queste ultime, che non sempre sono naturalmente docili. Oltre alle terre cretose, e argillose, che s’incontrano in istato trattabile, v’ànno degli strati della natura medesima, semipetrosi, ne’ quali scavando, dopo che le glebe ànno sofferto l’azione delle pioggie, e del Sole per qualche tempo, si ri-