Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/379

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non esiste. li Norin dopo il breve corso di sei miglia mette nel fiume Narenta, detto dal solo Porfirogenito Oronzio, che ingrossato dalle di lui acque, e da quelle, che dai monti di Xaxabie concorrono ad ingrandirlo, allargasi in forma di Lago, indi facendo due gran rami prende in mezzo l’Isola d’Opus, tre miglia più sotto. Le acque della Narenta sono salmastre intorno a quest’Isola, e non di raro l’amarezza marina rimonta sino a dodici miglia fra terra, e va al di là delle foci del Norin. Gli abitanti bevono però indifferentemente queste acque, dal che forse denno ripetersi come da principalissima cagione i malori, a’ quali vanno soggetti. Sull’Isola d’Opus è un picciolo luogo fortificato con arginature di terra, al quale sono vicini due Casali di Morlacchi, che portano il nome di Borghi; uno di questi due Casali è de’ Morlacchi di rito Greco. Gli uomini vestono come tutti gli altri Morlacchi; le femmine, quando sono nella loro maggior gala, portano un Caftan, o sopravvesta all’uso delle Turche. (Tav. XIII. Fig. II.).

Io mi sono fermato parecchi giorni in Opus cortesemente sofferto dalla nobile famiglia Noncovich, colla speranza di poter penetrare addentro sino a Mostar, e farvi disegnare il Ponte antico, che dà il nome a quella Città mercantile de’ Turchi Bossinesi1: ma un Ufiziale della Craina Narentina dopo d’avermi dato solennemente parola di scortarmivi mi mancò in un modo vergognoso, e impudente. Potete ben credere, Mylord, ch’io sono stato tanto più sensibile al di lui mal tratto, quanto più mi stava a cuore in questo affare il piacere, e servigio vostro.

  1. Most stari, Ponte vecchio.