Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/392

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Dionisio il Vecchio se ne impadronì, e vi trapiantò una Colonia di Siracusani, divenuta coll’andar del tempo indipendente dalla Patria madre, e formidabile della estensione de’ suoi dominj, e pel numero delle sue navi. I Lissani fecero la guerra sovente ai Re dell’Illirio, e furono alleati de’ Romani così tenuti in pregio, che per cagion d’essi mandarono un’ambascieria alla Regina Teuta, onde cessasse dal molestarli. L’esito sanguinoso di questa legazione servì di pretesto alla prima guerra Illirica, che condusse tutte le altre, dalle quali ne risultò la conquista di quel vasto paese. Il commercio, e la navigazione de’ Lissani decaderono, e per conseguenza il loro potere si ridusse a nulla, dopo il fine delle guerre Illiriche. Gli Storici non parlano più di essi per una lunga serie di secoli; e solo si trova che ne’ tempi di mezzo appartenevano ai Pirati Narentani. Nell’età più vicine a noi l’Isola di Lissa divenne dipendente da quella di Lesina; e non si trovò mai in caso di formare un corpo da se. Essa non à più che trenta miglia di circuito, è montuosa, ma non manca di valli coltivabili; gode d’una felicissima temperatura d’aria, e sarebbe compiutamente felice se avesse abbondanza d’acqua dolce.

Anticamente ebbe due Città, una delle quali portava il nome dell’Isola, l’altra chiamavasi Meo. Della prima restano de’ vestigj miserabili sul Porto veramente teatrale, ch’è a’ dì nostri dominato dal Borgo di Lissa; e segnatamente de’ pavimenti a mosaico, che vengono coperti dal mare quando le acque si alzano; dell’altra è probabile rimangano le rovine a Comisa, luogo popolato, e colto, che sorge al mare dalla parte orientale dell’Isola. Si trovano due Monete degl’Issei, l’una delle quali à il capo di Pallade armata dal dritto, e un’anfora dal rovescio; l’altra porta in luogo