Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/53

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poi, niuno vi frugò profondamente per voglia di trarne qualche cosa. Quelle mura cingono un deposito d’Antichità sfasciatevisi dentro, chi sa per qual cagione; forse per un Tremuoto, o per una improvvisa inondazione di Barbari, ch’è peggior cosa. La Porta sotterrata, l’altezza considerabile delle mura, veduta dal di fuori in più d’un luogo, qualche grossa muraglia che fra gli arbusti si vede ancora a pel di terra, sono tutte circostanze, che deggiono far isperare moltissimo sulla quantità di monumenti pregevoli, che di là si trarrebbono. La magnificenza del fabbricato delle mura (F), e la frequenza de’ pezzi lavorati, o de’ fini marmi che trovansi sparsi pe’ campi contigui, fanno ben conoscere, che in quel paese allignava buon gusto, e grandezza. In mezzo alla spianata che copre i residui d’Asseria, trovasi isolata la Chiesa Parrocchiale della soggetta picciola Villa, che fu fabbricata de’ rottami antichi cavati sul luogo. Vi si vedono Iscrizioni maltrattate, e pezzi di cornicioni grandiosi.

I Morlacchi abitatori di Podgraje non facevano per lo passato ingiuria alle Lapide che incontravano arando, o scavando per qualche loro bisogno la terra. Ma da poi che furono obbligati a strascinare, senza mercede, alcune colonne sepolcrali sino al mare co’ loro buoi, eglino ànno giurato inimicizia con tutte le Iscrizioni, e le guastano appena disotterrate a colpi di piccone, o per lo meno le risotterrano più profondamente di prima. Avrebbe il torto per certo chiunque volesse accusarli di barbarie per questo. Il modo di renderli ricercatori, e conservatori degli antichi monumenti sarebbe il far loro sperare un premio delle scoperte, e delle fatiche. Io ò trovato per un raro accidente nella Casa del morlacco Jurèka una Sepolcrale, che ò anche acquistata con pochi quattrini, e unitamente ad alcune altre porterò in