Pagina:Viaggio in Dalmazia.djvu/68

Da Wikisource.

che nell’etimologia del nome, che portano. Non si può negare, che molte voci d’origine Latina si trovino nel dialetto degl’Illirici abitanti fra terra, come in grazia d’esempio, salbun, plavo, slap, vino, capa, rossa, teplo, zlip, sparta, skrinya, lug, che significano sabbia, biondo, caduta d’acqua, vino, berretto, rugiada, tepido, cieco, sporta, cassa, bosco; e derivano manifestamente da sabulum, flavus, lapsus, vinum, caput, tepidus, lippus, sporta, scrinium, lucus. Ma da queste, e da moltissime altre, delle quali agevolmente potrebbesi tessere un lungo catalogo, credo non si possa con buona ragione concludere, che i Morlacchi de’ tempi nostri discendano in dritta linea da’ Romani trapiantati in Dalmazia. Egli è un difetto pur troppo comune agli Scrittori d’Origini questo trar conseguenze universali da piccioli, e particolarissimi dati, dipendenti pell’ordinario da circostanze eventuali, e passaggiere. Io sono persuasissimo, che l’esame delle Lingue possa condurre a discoprire le Origini delle Nazioni, che le parlano: ma sono poi anche convinto, che vi si richiede un criterio acutissimo per distinguere le voci avventizie dalle primitive, onde preservarsi da sbagli madornali. La Lingua Illirica, ampiamente diffusa dall’Adriatico all’Oceano, à una grandissima quantità di radici simili a quelle della Greca, e se ne trovano persino fra le voci numeriche, alle quali non si può contendere l’indigenità; molti vocaboli Slavonici sono affatto Greci, come spugga, trapeza, catrida, portati senz’alcuna alterazione osservabile da σπόγγος, τράπεζα, καθέδρα. La frequenza de’ grecismi, e l’analogia dell’alfabeto, non mi condurrebbero però a francamente asserire che da’ Greci ristretti a un angusto tratto di paese sia discesa la vastissima Nazione Slavonica, o piuttosto che da essa ne’ più rimoti secoli sia stata invasa, e popolata la Grecia. Lunghis-