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VIAGGIO
 


vere lavato il fazzoletto nel rio, e che n’aveva tenuto conto sino a quel giorno per restituirglielo, se mai lo rivedesse, com’ei le aveva mezzo promesso. Così parlando, si traeva di tasca il fazzoletto a mostrarmelo; lo custodiva piegato politamente fra due foglie di vite ravvolte d’un pampino — spiegandolo vidi una S, segnata in un de’ lati.

E narravami, com’ella aveva tapinato dopo quel dì sino a Roma, e fatto un giro in S. Pietro — e che se n’era tornata — e che sola aveva ritrovato il sentiero lungo gli Apennini — e traversata tutta la Lombardia senza danaro — e le strade alpestri di Savoja senza scarpe — com’ella avesse tanto patito, e come e da chi sostenuta, non potea dirlo — ma Dio mitiga il vento, disse Maria, per l’agnello tosato.

Tosato, e come! e nel vivo, diss’io; ma se tu fossi nella terra de’ miei padri dove ho un abituro, io ti raccorrei meco per ricovrarti: tu mangieresti del mio pane e berresti nella mia tazza1 — sarei buono col tuo Silvio — a te debole e vagabonda, io verrei sempre dietro per ravviarti —

  1. De pane pauperis comedens, et de calice ejus bibens, Reg. lib. ii. xii. 4.