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VIAGGIO
 


canto d’un hôtel davanti al canestro; e chi n’avea voglia ne comperasse.

Aveva da quarantott’anni — d’aspetto posato, e che tenera del grave. Io senza mostrarmene meravigliato — m’accostai più al canestro che a lui; e sollevando quel tovagliuolo mi presi un pâté — e pregai che non gli dispiacesse di piegarmi il fenomeno che mi percoteva.

Mi narrò in poco, come avendo egli consunta la migliore età militando, e spesovi il tenue suo patrimonio, aveva finalmente conseguito una compagnia e la croce; se non che il reggimento, dopo l’ultima pace, fu riformato, e gli ufficiali sì del suo, sì d’altri reggimenti rimasero destituti d’ogni sussidio — Così, diceva egli, mi sono in un punto trovato ne’ labirinti del mondo, senza un amico, senza uno scudo — anzi a dir giusto (e toccò la sua croce) unicamente con questa — Il povero cavaliere s’era conciliata da prima la mia pietà, ma mentre finiva il racconto io principiava a stimarlo.

E continuò: Il Re è generosissimo fra tutti i principi, ma la sua generosità non può dar soccorso e premio a tutti quanti; ed io non sono così sfortunato se non perchè mi trovo confuso tra i più. Ho una moglie che si dilettava di pâtisserie;