Pagina:Vico, Giambattista – Il diritto universale, Vol. I, 1936 – BEIC 1960672.djvu/23

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sinopsi del diritto universale 13

e coi cognomi. E cosí stabilirono le genti maggiori, che sono le case divise in piú famiglie, e perciò restò tra’ patrici romani diligentissima cura de’ sacrifici familiari e gentileschi.

Ma, fermi ne’ luoghi occupati, non bastando loro de’ frutti della natura, perché si moltiplicarono, fu lor necessario coltivare le terre. E, non avendo ancor uso del ferro, si servirono del fuoco: onde poi l’acqua e ’l fuoco conservarono i romani per significare tutte le umane e divine cose. Cosi, dal fuoco sgregolato il terreno per seminarvi il farro (che anco dissero «ador» e «adur» da questo brugiamento, di cui poi si servirono ne’ lor sagrifici i romani, e ’l davano per premio a’ forti, e dissero «adorea» la gloria militare), poterono ararlo con curvi legni duri, come ancor fanno i villani nel terren molle. Quindi «urbs» detta ab «urbo», curvatura dell’aratro: da cui ogni termino designato «ara» detta, come la famosa «Ara de’ Fileni» appo Sallustio, e «hara» il chiuso de’ bestiami, onde fu detta «haruspicitia»; — il primo nome di cittá, che nacque nella Siria, fu Aram, con aggiungervi il proprio o innanzi o dopo; — tante cittá in geografia dette «are», e ancor oggi in Transilvania le «are de’ cicoli», popolo che vanta l’origine dagli antichissimi unni; — e appo latini quasi sempre «lucus» e «ara» unitamente si mentovano.

Costoro, dunque, eran gli ottimi, perché credeansi pii e, per la pietá, prudenti, stimando consigliarsi con gli dèi; temperati, perché contenti di una sola moglie; forti, ché domaron la terra, che dall’acqua ripullulava (che è forse l’idra di Ercole); e da questa ultima virtú detti «ottimi», perché appo gli antichi «fortus» diceasi «bonus», come appo greci ἄριστοι da Ἄρης, «Mars», onde gli «areopagiti» detti, quasi senatori o, piú propriamente, paesani di Marte.

Questi [furon detti] «viri» da’ latini, a’ quali rispondono ἥρωες de’ greci, «figliuoli degli dèi», ché credevano i loro padri morti esser i dèi mani, che nelle XII Tavole sono chiamati «divi parentum» essi guerrieri: onde da’ romani i magistrati furon detti «viri» con l’aggiunta del numero, e furon detti i mariti «viri». E gli eroi appo l’antiche genti furon creduti