Pagina:Vico, Giambattista – La scienza nuova seconda, Vol. I, 1928 – BEIC 1964037.djvu/102

Da Wikisource.
96 libro primo - sezione seconda


237Questa degnitá ne dá l’universal principio d’etimologia in tutte le lingue, nelle qual’i vocaboli sono trasportati da’ corpi e dalle propietá de’ corpi a significare le cose della mente e dell’animo.

LXIV

238L’ordine dell’idee dee procedere secondo l’ordine delle cose.

LXV

239L’ordine delle cose umane procedette: che prima furono le selve, dopo i tuguri, quindi i villaggi, appresso le cittá, finalmente l’accademie.

240Questa degnitá è un gran principio d’etimologia: che secondo questa serie di cose umane si debbano narrare le storie delle voci delle lingue natie, come osserviamo nella lingua latina quasi tutto il corpo delle sue voci aver origini selvagge e contadinesche. Come, per cagion d’esempio, «lex», che dapprima dovett’essere «raccolta di ghiande», da cui crediamo detta «ilex», quasi «illex», l’elce (come certamente «aquilex» è ’l raccoglitore dell’acque), perché l’elce produce la ghianda, alla quale s’uniscon i porci. Dappoi «lex» fu «raccolta di legumi», dalla quale questi furon detti «legumina». Appresso, nel tempo che le lettere volgari non si eran ancor truovate con le quali fussero scritte le leggi, per necessitá di natura civile «lex» dovett’essere «raccolta di cittadini», o sia il pubblico parlamento; onde la presenza del popolo era la legge che solennizzava i testamenti che si facevano «calatis comitiis». Finalmente il raccoglier lettere e farne com’un fascio in ciascuna parola fu detto «legere».

LXVI

241Gli uomini prima sentono il necessario, dipoi badano all’utile, appresso avvertiscono il comodo, piú innanzi si dilettano del piacere, quindi si dissolvono nel lusso, e finalmente impazzano in istrappazzar le sostanze.