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della logica poetica | 163 |
finor seppolte origini di cose umane: e Giove ne divenne sí picciolo e sí leggieri ch’è portato a volo da un’aquila; corre Nettunno sopra un dilicato cocchio per mare; e Cibele è assisa sopra un lione.
403Quindi le mitologie devon essere state i propi parlari delle favole (ché tanto suona tal voce); talché, essendo le favole, come sopra si è dimostrato, generi fantastici, le mitologie devon essere state le loro propie allegorie. Il qual nome, come si è nelle Degnitá osservato, ci venne diffinito «diversiloquium», in quanto, con identitá non di proporzione ma, per dirla alla scolastica, di predicabilitá, esse significano le diverse spezie o i diversi individui compresi sotto essi generi. Tanto che devon avere una significazione univoca, comprendente una ragion comune alle loro spezie o individui (come d’Achille, un’idea di valore comune a tutti i forti; come d’Ulisse, un’idea di prudenza comune a tutti i saggi); talché sí fatte allegorie debbon essere l’etimologie de’ parlari poetici, che ne dassero le loro origini tutte univoche, come quelle de’ parlari volgari lo sono piú spesso analoghe. E ce ne giunse pure la diffinizione d’essa voce «etimologia», che suona lo stesso che «veriloquium», siccome essa favola ci fu diffinita «vera narratio».