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168 libro secondo - sezione seconda - capo terzo


di Servio Tullio fu pianta delle repubbliche aristocratiche, col qual i plebei riportarono da’ nobili il dominio bonitario de’ campi, per cagion del quale si criarono poi i tribuni della plebe per difender loro questa parte di naturail libertá, i quali poi, tratto tratto, fecero loro conseguire tutta la libertá civile. E cosí il censo di Servio Tullio, perché indi ne incominciarono l’occasioni e le mosse, diventò censo pianta della romana repubblica popolare, come si è ragionato nell’annotazione alla legge publilia per via d’ipotesi, e dentro si dimostrerá essere stato vero di fatto.

VI

421A Tarquinio Prisco, tutte l’insegne e divise, con le quali poscia a’ tempi piú luminosi di Roma risplendette la maestá dell’imperio romano.

VII

422Cosí dovettero affiggersi alle XII Tavole moltissime leggi che dentro dimostreremo essere state comandate ne’ tempi appresso; e (come si è appieno dimostrato ne’ Principi del diritto universale ), perché la legge del dominio quiritario da’ nobili accomunato a’ plebei fu la prima legge scritta in pubblica tavola (per la quale unicamente furono criati i decemviri), per cotal aspetto di popolar libertá tutte le leggi che uguagliarono la libertá e si scrissero dappoi in pubbliche tavole furono rapportate a’ decemviri. Siane pur qui una dimostrazione il lusso greco de’ funerali, che i decemviri non dovettero insegnarlo a’ romani col proibirlo, ma dopoché i romani l’avevano ricevuto; lo che non potè avvenire se non dopo le guerre co’ tarantini e con Pirro, nelle quali s’incominciarono a conoscer co’ greci. E quindi è che Cicerone osserva tal legge portata in latino con le stesse parole con le quali era stata conceputa in Atene.