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220 libro secondo - sezione terza


germani antichi, che serbavano, come i romani, intiere le prime origini delle loro nazioni, e ne danno luogo di congetturare lo stesso di tutte l’altre ne’ lor principi), ma anco in perpetua compagnia di lor vita, come restò in costume a moltissimi popoli; onde appo i romani furono diffinite le nozze, per questa propietá, «individuae vitae consuetudo», e appo gli stessi assai tardi s’introdusse il divorzio.

508Di sí fatti auspici de’ fulmini osservati di Giove, la storia favolosa greca narra Ercole (carattere di fondatori di nazioni, come sopra vedemmo e piú appresso ne osserveremo), nato da Alcmena ad un tuono di Giove; altro grande eroe di Grecia Bacco, nato da Semele fulminata. Perché questo fu il primo motivo onde gli eroi si disser esser figliuoli di Giove; lo che con veritá di sensi dicevano, sull’oppenione, della quale vivevano persuasi, che facessero ogni cosa gli dèi, come sopra si è ragionato. E questo è quello che nella storia romana si legge: che, nelle contese eroiche, a’ patrizi, i quali dicevano «auspicia esse sua», la plebe rispondeva che i padri de’quali Romolo aveva composto il senato, da’ quali essi patrizi traevan l’origine, «non esse caelo demissos»; che se non significa che quelli non eran eroi, cotal risposta non s’intende come possavi convenire. Quindi, per significare che i connubi o sia la ragione di contrarre nozze solenni, delle quali la maggior solennitá erano gli auspici di Giove, ella era propia degli eroi, fecero Amor nobile alato e con benda agli occhi, per significarne la pudicizia (il quale si disse Ἔρως);, col nome simile di essi eroi), ed alato Imeneo, figliuolo di Urania, detta, da οὐρανός, «caelum», «contemplatrice del cielo», affine di prender da quello gli auspici; che dovette nascere la prima dell’altre muse, diffinita da Omero, come sopra osservammo, «scienza del bene e del male», ed anch’essa, come l’altre, descritta alata perché propia degli eroi, come si è sopra spiegato. D’intorno alla quale pur sopra spiegammo il senso istorico di quel motto:

A Iove principium musae: