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della morale poetica 223


tile antica n’ebbe uno che la fondò, come si è nelle Degnitá sopradetto), perché la pietá co’ matrimoni è la scuola dove s’imparano i primi rudimenti di tutte le grandi virtú; ed Ercole col favore di Giove, con gli cui auspici era stato generato, tutte le supera; e ne fu detto Ἠραλῆς, quasi ’Ἠρας κλέος, «gloria di Giunone», estimata la gloria, con giusta idea, qual Cicerone la diffinisce, «fama divolgata di meriti inverso il gener umano», quanta debbe essere stata avere gli Ercoli con le loro fatighe fondato le nazioni. Ma — oscuratesi col tempo queste severe significazioni, e con l’effemminarsi i costumi, e presa la sterilitá di Giunone per naturale, e le gelosie come di Giove adultero, ed Ercole per bastardo figliuolo di Giove — con nome tutto contrario alle cose, Ercole tutte le fatighe, col favore di Giove, a dispetto di Giunon superando, fu fatto di Giunone tutto l’obbrobrio, e Giunone funne tenuta mortal nimica della virtú. E quel geroglifico o favola di Giunone appiccata in aria con una fune al collo, con le mani pur con una fune legate, e con due pesanti sassi attaccati a’ piedi, che significavano tutta la santitá de’ matrimoni (in aria, per gli auspici ch’abbisognavano alle nozze solenni, onde a Giunone fu data ministra l’Iride ed assegnato il pavone, che con la coda l’Iride rassomiglia; — con la fune al collo, per significare la forza fatta da’ giganti alle prime donne; — con la fune legate le mani, la quale poi appo tutte le nazioni s’ingentili con l’anello, per dimostrare la suggezione delle mogli a’ mariti; — co’ pesanti sassi a’ piedi, per dinotare la stabilitá delle nozze, onde Virgilio chiama «coníugium stabile» il matrimonio solenne), essendo poi stato preso per crudele castigo di Giove adultero, con sí fatti sensi indegni che le diedero i tempi appresso de’ corrotti costumi, ha finor tanto travagliato i mitologi.

515Per queste cagioni appunto Platone, qual Maneto fece de’ geroglifici egizi, egli aveva fatto delle favole greche, osservandone da una parte la sconcezza di dèi con si fatti costumi, e dall’altra parte l’acconcezza con le sue idee. E nella favola di Giove intruse l’idea del suo etere, che scorre e penetra tutto, per quel

... Iovis omnia piena,