Pagina:Vico, Giambattista – La scienza nuova seconda, Vol. I, 1928 – BEIC 1964037.djvu/23

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idea dell’opera


un tronco piú rami, escono l’origini degli asili, come si è veduto; — l’origine delle famiglie, sulle quali poi sursero le cittá, come spiegherassi piú sotto; — l’origine di celebrarsi le cittá, che fu per viver sicuri gli uomini dagl’ingiusti violenti; — l’origine delle giurisdizioni da esercitarsi dentro i propi territori; — l’origine di stender gl’imperi, che si fa con usar giustizia, fortezza e magnanimitá, che sono le virtú piú luminose de’ principi e degli Stati; — l’origine dell’armi gentilizie, delle quali i primi campi d’armi si truovano questi primi campi da semina; — l’origine della fama, dalla quale tai famoli furon detti, e della gloria, che eternalmente è riposta in giovar il gener umano; — l’origini della nobiltá vera, che naturalmente nasce dall’esercizio delle morali virtú; — l’origine del vero eroismo, ch’è di domar superbi e soccorrere a’ pericolanti (nel qual eroismo il romano avvanzò tutti i popoli della terra, e ne divenne signor del mondo); — le origini, finalmente, della guerra e della pace, e che la guerra cominciò al mondo per la propia difesa, nella quale consiste la virtú vera della fortezza. Ed in tutte queste origini si scuopre disegnata la pianta eterna delle repubbliche, sulla quale gli Stati, quantunque acquistati con violenza e con froda, per durare, debbon fermarsi; come, allo ’ncontro, gli acquistati con queste origini virtuose, poscia, con la froda e con la forza rovinano. E cotal pianta di repubbliche è fondata sopra i due principi eterni di questo mondo di nazioni, che sono la mente e ’l corpo degli uomini che le compongono. Imperciocché, costando gli uomini di queste due parti, delle quali una è nobile, che, come tale, dovrebbe comandare, e l’altra vile, la qual dovrebbe servire; e, per la corrotta natura umana, senza l’aiuto della filosofia (la quale non può soccorrere ch’a pochissimi), non potendo l’universale degli uomini far sí che privatamente la mente di ciascheduno comandasse, e non servisse, al suo corpo; — la divina provvedenza ordinò talmente le cose umane con quest’ordine eterno: che, nelle repubbliche, quelli che usano

la mente vi comandino e quelli che usano il corpo v’ubbidiscano.

G. B. Vico - Opere, IV-i. 2