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230 libro secondo - sezione quarta - capo primo


come poi lo furono i primi re nelle cittá eroiche, che portavano le leggi da’ senati regnanti a’ popoli, come noi l’osservammo sopra, nelle due spezie dell’adunanze eroiche d’Omero, una detta βουλή e l’altra ἀγορά, nell’Annotazioni alla Tavola cronologica. E come in quella gli eroi a voce ordinavano le leggi, in questa a voce le pubblicavano (perocché le lettere volgari non si erano ancor truovate); onde gli re eroici portavano le leggi da essi senati regnanti a’ popoli nelle persone de’ duumviri, i quali essi avevano per ciò criati che le dettassero, come Tulio Ostilio quella nell’accusa d’Orazio. Talché essi duumviri venivan ad essere leggi vive e parlanti; che è ciò che non intendendo Livio, non si fa intendere, come sopra osservammo, ove narra del giudizio d’Orazio.

522Cotal tradizione volgare sulla falsa oppenione della sapienza innarrivabile degli antichi diede la tentazione a Platone di vanamente disiderare que’ tempi ne’ quali i filosofi regnavano o filosofavano i re. E certamente cotali padri, come nelle Degnitá si è avvisato, dovetter essere re monarchi famigliari, superiori a tutti nelle loro famiglie e solamente soggetti a Dio, forniti d’imperi armati di spaventose religioni e consegrati con immanissime pene, quanto dovetter essere quelli de’ polifemi, ne’ quali Platone riconosce i primi padri di famiglia del mondo. La qual tradizione, mal ricevuta, diede la grave occasione del comun errore a tutti i politici: di credere che la prima forma de’ governi civili fusse ella nel mondo stata monarchica; onde sono dati in quelli ingiusti principi di rea politica: che i regni civili nacquero o da forza aperta o da froda, che poi scoppiò nella forza. Ma in que’ tempi, tutti orgoglio e fierezza per la fresca origine della libertá bestiale (di che abbiamo, pur sopra, posto una degnitá), nella somma semplicitá e rozzezza di cotal vita, ch’eran contenti de’ frutti spontanei della natura, dell’acqua delle fontane e di dormir nelle grotte; nella naturale egualitá dello stato, nel quale tutti i padri erano sovrani nelle loro famiglie; non si può affatto intendere né froda né forza, con la quale uno potesse assoggettir tutti gli altri ad una civil monarchia: la qual pruova si fará piú spiegata appresso.