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[CAPITOLO QUINTO]

corollario

che la divina provvedenza è l’ordinatrice delle repubbliche
e nello stesso tempo del diritto natural delle genti

629Sopra questa generazion di repubbliche, scoverta nell’etá degli dèi — nella quale i governi erano stati teocratici, cioè governi divini, e poi uscirono ne’ primi governi umani, che furon gli eroici (che qui chiamiamo «umani» per distinguergli da’ divini), dentro a’ quali, come gran corrente di real fiume ritiene per lungo tratto in mare e l’impressione del corso e la dolcezza dell’acque, scorse l’etá degli dèi, perché dovette durar ancora quella maniera religiosa di pensare che gli dèi facessero tutto ciò che facevan essi uomini (onde de’ padri regnanti nello stato delle famiglie ne fecero Giove; de’ medesimi, chiusi in ordine nel nascere delle prime cittá, ne fecero Minerva; de’ lor ambasciadori mandati a’ sollevati clienti ne fecero Mercurio; e, come poco appresso vedremo, degli eroi corsali ne’ fecero finalmente Nettanno), — è da sommamente ammirare la provvedenza divina. La qual, intendendo gli uomini tutt’altro fare, ella portògli in prima a temer la divinitá (la cui religione è la prima fondamental base delle repubbliche); — indi dalla religione furon fermi nelle prime terre vacue, ch’essi primi di tutt’altri occuparono (la qual occupazione è ’l fonte di tutti i domini); e, gli piú robusti giganti avendole occupate nell’alture de’ monti, dove sorgono le fontane perenni, dispose che si ritruovassero in luoghi sani e forti di sito e con copia d’acqua, per poter ivi star fermi né piú divagare: che sono le tre qualitá che devon avere le terre per poi surgervi le cittá; — appresso, con la religione medesima, gli dispose ad unirsi con certe donne in perpetua compagnia di lor vita: che son i matrimoni, riconosciuti fonte di tutte le potestá; — dipoi, con