Pagina:Vico, Giambattista – La scienza nuova seconda, Vol. I, 1928 – BEIC 1964037.djvu/36

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30 idea dell’opera


in quindeci lingue diverse, cosí morte come viventi, nelle quali furono, ove da una ove da un’altra propietá, diversamente appellati (ch’è ’l terzo luogo nel quale ci compiacciamo di quel libro di giá stampato). Un tal lessico si truova esser necessario per sapere la lingua con cui parla la storia ideal eterna, sulla quale corrono in tempo le storie di tutte le nazioni, e per potere con iscienza arrecare l’autoritá da confermare ciò che si ragiona in diritto natural delle genti, e quindi in ogni giurisprudenza particolare.

36Con tali tre lingue — propie di tali tre etá, nelle quali si celebrarono tre spezie di governi, conformi a tre spezie di nature civili, che cangiano nel corso che fanno le nazioni — si truova aver camminato con lo stess’ordine, in ciascun suo tempo, un’acconcia giurisprudenza.

37Delle quali si truova la prima essere stata una teologia mistica, che si celebrò nel tempo ch’a’ gentili comandavano i dèi; della quale furono sappienti i poeti teologi (che si dicono aver fondato l’umanitá gentilesca), ch’interpetravano i misteri degli oracoli, i quali da per tutte le nazioni risposero in versi. Quindi, si truova nelle favole essere stati nascosti i misteri di si fatta sapienza volgare; e si medita cosí nelle cagioni onde poi i filosofi ebbero tanto disiderio di conseguire la sapienza degli antichi, come nelle occasioni ch’essi filosofi n’ebbero di destarsi a meditare altissime cose in filosofia e nelle comoditá d’intrudere nelle favole la loro sapienza riposta.

38La seconda si truova essere stata la giurisprudenza eroica, tutta scrupolositá di parole (della quale si truova essere stato prudente Ulisse), la quale guardava quella che da’ giureconsulti romani fu detta «aequitas civilis» e noi diciamo «ragion di Stato», per la quale, con le loro corte idee, estimarono appartenersi loro naturalmente quello diritto, ch’era ciò, quanto e quale si fusse con le parole spiegato; come pur tuttavia si può osservare ne’ contadini ed altri uomini rozzi, i quali, in contese di parole e di sentimenti, ostinatamente dicono la lor ragione star per essi nelle parole. E ciò, per consiglio della provvedenza divina, acciocché gli uomini gen-