Pagina:Vico, Giambattista – La scienza nuova seconda, Vol. I, 1928 – BEIC 1964037.djvu/37

Da Wikisource.

idea dell’opera


tili, non essendo ancor capaci d’universali, quali debbon esser le buone leggi, da essa particolaritá delle loro parole fussero tratti ad osservare le leggi universalmente; e se, per cotal equitá in alcun caso riuscivan le leggi non solo dure ma anco crudeli, naturalmente il sopportavano, perché naturalmente tale stimavano essere il loro diritto. Oltreché, gli vi attirava ad osservarle un sommo privato interesse, che si truova aver avuto gli eroi medesimamente con quello delle loro patrie, delle quali essi soli erano cittadini; onde non dubitavano, per la salvezza delle loro patrie, consagrare sé e le loro famiglie alla volontá delle leggi, le quali, con la salvezza comune delle loro patrie, mantenevano loro salvi certi privati regni monarchici sopra le loro famiglie. Altronde, tal privato grande interesse, congionto col sommo orgoglio propio de’ tempi barbari, formava loro la natura eroica, dalla quale uscirono tante eroiche azioni per la salvezza delle loro patrie. Con le quali eroiche azioni si componghino l’insopportabil superbia, la profonda avarizia e la spietata crudeltá con la quale i patrizi romani antichi trattavano gl’infelici plebei, come apertamente si leggono sulla storia romana nel tempo che lo stesso Livio dice essere stata l’etá della romana virtú e della piú fiorente finor sognata romana libertá popolare; e truoverassi che tal pubblica virtú non fu altro che un buon uso che la provvedenza faceva di sí gravi, laidi e fieri vizi privati, perché si conservassero le cittá ne’ tempi che le menti degli uomini, essendo particolarissime, non potevano naturalmente intendere ben comune. Per lo che si dánno altri principi per dimostrare l’argomento che tratta sant’Agostino, De virtute romanorum, e si dilegua l’oppinione che da’ dotti finor si è avuta dell’eroismo de’ primi popoli. Sí fatta civil equitá si truova naturalmente celebrata dalle nazioni eroiche cosí in pace come in guerra (e se n’arrecano luminosissimi esempli cosí della storia barbara prima come dell’ultima); e da’ romani essersi praticata privatamente finché fu quella repubblica aristocratica, che si truova esserlo stata fin a’ tempi delle leggi publilia e petelia, ne’ quali si celebrò tutta sulla legge delle XII Tavole.