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annotazioni alla tavola cronologica 47


VIII

[Giapeto, dal quale provvengon i giganti. — Anni del mondo 1856]

61I quali, con istorie fisiche truovate dentro le greche favole, e pruove come fisiche cosí morali tratte da dentro l’istorie civili, si dimostreranno essere stati in natura appo tutte le prime nazioni gentili.

IX

[Nebrod o confusione delle lingue. — Anni del mondo 1856]

62La quale avvenne in una maniera miracolosa, onde allo istante si formarono tante favelle diverse. Per la qual confusione di lingue vogliono i Padri che si venne tratto tratto a perdere la puritá della lingua santa avantidiluviana. Lo che si deve intendere delle lingue de’ popoli d’Oriente, tra’ quali Sem propagò il gener umano. Ma delle nazioni di tutto il restante mondo altrimente dovette andar la bisogna. Perocché le razze di Cam e Giafet dovettero disperdersi per la gran selva di questa terra con un error ferino di dugento anni; e cosí, raminghi e soli, dovettero produrre i figliuoli, con una ferina educazione, nudi d’ogni umano costume e privi d’ogni umana favella, e sí in uno stato di bruti animali. E tanto tempo appunto vi bisognò correre, che la terra, disseccata dall’umidore dell’universale diluvio, potesse mandar in aria delle esalazioni secche a potervisi ingenerare de’ fulmini, da’ quali gli uomini storditi e spaventati si abbandonassero alle false religioni di tanti Giovi, che Varrone giunse a noverarne quaranta e gli egizi dicevano il loro Giove Ammone essere lo piú antico di tutti. E si diedero ad una spezie di divinazione d’indovinar l’avvenire da’ tuoni e da’ fulmini e da’ voli dell’aquile, che credevano essere uccelli di Giove. Ma appo gli orientali nacque una spezie di divinazione piú dilicata dall’osservare i moti de’ pianeti e gli aspetti degli astri: onde il primo sapiente della gentilitá si celebra Zoroaste, che ’l Bocharto vuol detto