Pagina:Vico, Giambattista – La scienza nuova seconda, Vol. I, 1928 – BEIC 1964037.djvu/75

Da Wikisource.

annotazioni alla tavola cronologica 69


dare leggi universali. Per lo che dovetter avvenire in Roma de’ grandi movimenti e rivolte; onde fu bisogno di criare Pubblio Filone dittatore, il quale non si criava se non negli ultimi pericoli della repubblica, siccome in questo, ch’ella era caduta in un tanto grande disordine di nudrire dentro il suo corpo due potestá somme legislatrici, senza essere di nulla distinte né di tempi né di materie né di territori, con le quali doveva prestamente andare in una certa rovina. Quindi Filone, per rimediare a tanto civil malore, ordinò che ciò, che la plebe avesse co’ plebisciti comandato ne’ comizi tributi, «omnes quirites teneret», obbligasse tutto il popolo ne’ comizi centuriati, ne’ quali «omnes quirites» si ragunavano (perché i romani non si appellavano «quirites» che nelle pubbliche ragunanze, né «quirites» nel numero del meno si disse in volgar sermone latino giammai); con la qual formola Filone volle dire che non si potessero ordinar leggi le quali fussero a’ plebisciti contrarie. Per tutto ciò — essendo giá, per leggi nelle quali essi nobili erano convenuti, la plebe in tutto e per tutto uguagliata alla nobiltá; e per quest’ultimo tentativo, al quale i nobili non potevano resistere senza rovinar la repubblica, ella era divenuta superiore alla nobiltá, ché senza l’autoritá del senato comandava leggi generali a tutto il popolo; e sí essendo giá naturalmente la romana repubblica divenuta libera popolare; — Pilone, con questa legge, tale la dichiarò e ne fu detto «dittator popolare».

113In conformitá di tal cangiata natura, le diede due ordinamenti, che si contengono negli altri due capi della legge publilia. Il primo fu che l’autoritá del senato, la qual era stata autoritá di signori, per la quale, di ciò che ’l popolo avesse disposto prima, «deinde patres fierent auctores» (talché le coazioni de’ consoli, l’ordinazioni delle leggi, fatte dal popolo per lo innanzi, erano state pubbliche testimonianze di merito e domande pubbliche di ragione), questo dittatore ordinò ch’indi in poi fussero i padri autori al popolo, ch’era giá sovrano libero, «in incertum comitiorum eventum», come tutori del popolo, signor del romano imperio; che, se volesse comandare