Pagina:Vico, Giambattista – La scienza nuova seconda, Vol. I, 1928 – BEIC 1964037.djvu/95

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degli elementi 89


195Questa stessa degnitá, con l’antecedente postulato, ne dee determinare che dentro tal lunghissimo corso d’anni le razze empie degli tre figliuoli di Noè fussero andate in uno stato ferino, e con un ferino divagamento si fussero sparse e disperse per la gran selva della terra, e con l’educazione ferina vi fussero provenuti e ritruovati giganti nel tempo che la prima volta fulminò il cielo dopo il diluvio.

XLIII

196Ogni nazione gentile ebbe un suo Ercole, il quale fu figliuolo di Giove; e Varrone, dottissimo dell’antichitá, ne giunse a noverare quaranta.

197Questa degnitá è ’l principio dell’eroismo de’ primi popoli, nato da una falsa oppenione: gli eroi provenir da divina origine.

198Questa stessa degnitá con l’antecedente, che ne dánno prima tanti Giovi, dappoi tanti Ercoli tralle nazioni gentili — oltreché ne dimostrano che non si poterono fondare senza religione né ingrandire senza virtú, essendono elle ne’ lor incominciamenti selvagge e chiuse, e perciò non sappiendo nulla l’una dell’altra, per la degnitá che «idee uniformi, nate tra popoli sconosciuti, debbon aver un motivo comune di vero», — ne dánno di piú questo gran principio: che le prime favole dovettero contenere veritá civili, e perciò essere state le storie de’ primi popoli.

XLIV

199I primi sappienti del mondo greco furon i poeti teologi, i quali senza dubbio fioriron innanzi agli eroici, siccome Giove fu padre d’Ercole.

200Questa degnitá con le due altre antecedenti stabiliscono che tutte le nazioni gentili, poiché tutte ebbero i loro Giovi, i lor Ercoli, furono ne’ loro incominciamenti poetiche; e che prima tra loro nacque la poesia divina: dopo, l’eroica.