Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/117

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timo (1631-1706) aveva in casa un fiorentissimo studio privato, che il V. frequentò indubbiamente nel corso del 16S4. Fu poi vicario capitolare e arcivescovile di Napoli e vescovo di Vico Equense. — L’opera di Ermanno Vulteio, che ebbe moltissime edizioni, s’intitola: In Institutiones iuris cívilis a Iustiniano compositas commentarius ; quella di Enrico Canisio da Nimega (f 1609): Stimma iuris canonici in quatuor Institutionum libros contrada (Ingolstadt, 1625). — L’avvocato Nicola Maria Giannettasio o Giannattasio apparteneva a una famiglia di uomini di toga, ed era parente del noto poeta gesuita Nicola Partenio Giannettasio (16481715), amicissimo del V.

pp. 7-8 — I primi studi giuridici del V. ebbero luogo intorno al 1685. Ma quanto egli dice dei risultati a cui sarebbe giunto fin da allora è certamente anacronistico. — Carlo Antonio De Rosa da Aquila (1638-1717) fu consigliere del Sacro Reai Consiglio (1684), poi reggente del Collaterale (1707): scrisse parecchie opere giuridiche. — La lite intentata ad Antonio di Vico ebbe inizio nel giugno 1686: suo avversario fu l’altro libraio Bartolomeo Moreschi. — Lo spagnuolo Pietro Antonio Ciavarri-Eguya, autore d’una Didascalia multiplex veteris, mediae et infimae irusprudentiae (Napoli, s. a.) è lodato anche altrove dal V. come « un de’ primi lumi del Sacro Reai Consiglio ». — L’avvocato Francesco Antonio Aquilante, nato a Napoli nel 1632 circa, era ancora vivo nel 1691.

p. 9 — Il gesuita Giacomo Lubrano da Procida (?-i693), oltre alcuni volumi di prediche, pubblicò i Suaviludia musarum ad Sebethi ripam epigrammaton libri decem (Neapoli, 1690) e, con l’anagramma di Paolo Brinacio, le Scintille poetiche o poesie sacre e morali (Napoli, 1690), ove, col titolo Rosa caduca , è l’idillio a cui accenna il V. — Geronimo Rocca da Catanzaro (1623 C.-1691), vescovo d’ Ischia dal 1671, pubblicò due volumi Disputationum iuris selectarum cutn decisionibus super eis prolatis (Napoli, 1686-8, e Ginevra, 1693). Suo fratello Domenico (1644 C.-1699), di cui s’hanno versi in raccolte del tempo, coi figli Francesco Antonio (1672 c.1740), Giulia (1673-98), Carlantonio (1675 C.-1740 c.) e Saverio (1677 C.-1733, pars magna della congiura di Macchia, poi magistrato), soleva dimorare alternativamente a Napoli in un palazzo all’ Imbrecciata a Montecalvario, a Portici in una villa alla Croce del Lagno, e a Vatolla, cioè nel < castello nel Cilento » di cui discorre il V.

pp. 9-19 — Entrato in casa Rocca (e forse piú come aio che