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Eminenza a seguitare di proteggermi e continovarmi l’onore, onde mi pregio, profondamente inchinandola, di rassegnarmi per sempre, ecc.

Napoli, 15 dicembre 1725.

XL

DEL PADRE GIACCO

Ringrazia per la prima Scienza nuova, che chiama Diritto naturale delle genti.

Egli è giá passato il mese, riveritissimo signor Giambattista, da che per la via di Caserta e da mano assai gentile vennemi reso il vostro libro del Dritto naturale delle genti ; ma a tutt’altri che a voi saprebbe recar meraviglia il mio si lungo differire a darvene convenevol riscontro. Voi, che ben sapete le grandissime cose che nella di lui brieve mole si contengono, e quanto di attenzione e di studio si richiegga a giustamente comprenderle, mi stimerete presto anzi che no nell’ usarvi si diffícile ufizio. Quante voi, signor mio, avete date opere alla luce, tutte fuor di dubbio son degne di voi; ma questa a me pare che sia lo specchio il piú fedele dell’ampiezza, della feconditá e della fermezza della mente, dell’ingegno e del giudizio vostro. Egli è il vero che, in un secolo si snervato e molle, eziandio nelle lettere, qual è il nostro, non incontran fortuna libri si rigidi e severi; ma tanto bene non saran pochi quelli che, avidi della vera gloria, vi terran dietro a qualunque fatica nel sublime cammino, ed avvisati, col gire innanzi, a qual alta eroica meta voi gli scorgete, sian finalmente per rendervi la lode che deesi ad uomo scopritor felice di un mondo nuovo nella scienza piú necessaria e piú utile all’umanitá. Feliciti il Signor Iddio, prima cagione di ogni nostro bene, e questo mio giusto pensiero e quante ho in petto tenerissime passioni per ogni qualunque vostro cristiano e civile vantaggio, dappoiché a mille titoli io pur sono, ecc.

Arienzo, 20 decembre 1725.