Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/208

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e ne restò che per tutta la cristianitá, ed in Francia piú che altrove, gli ecclesiastici andarono a formare il primo ordine degli Stati;

20 che di tempi si miserevoli non ci sono giunte memorie che scritte in latin corrotto da uomini religiosi, o monaci o che ri ci;

30 che i primi scrittori de’ novelli idiomi volgari furono i rimatori provenzali, siciliani e fiorentini; e la loro volgare dagli spagnuoli si dice tuttavia «lingua di romanzo», appo i quali i primi poeti furono romanzieri. Appunto come, per le stesse precorrenti cagioni, noi nella Scienza nuova dimostrammo Omero, come egli è il primo certo autor greco che ci è pervenuto, cosi è senza contrasto il principe e padre di tutti i poeti che fiorirono appresso ne’ tempi addottrinati di Grecia, che li tengon dietro, ma per assai lungo spazio lontani. La qual origine di poesia può ogniuno che se ne diletti sentire, non che riflettere, esser vera in se stesso, ché, in questa stessa copia di lingua volgare nella quale siamo nati, egli, subito che col verso o con la rima avrá messa la mente in ceppi ed in difficoltá di spiegarsi, senza intenderlo è portato a parlar poetico, e non mai piú prorompe nel meraviglioso se non quando egli è piú angustiato da si fatta difficoltá.

Per cotal povertá di volgar favella, Dante, a spiegare la sua Comedia, dovette raccogliere una lingua da tutti i popoli dell’ Italia, come, perché venuto in tempi somiglianti, Omero aveva raccolta la sua da tutti quelli di Grecia; onde poi ogniuno ne’ di lui poemi ravvisando i suoi parlari natii, tutte le cittá greche contesero che Omero fosse suo cittadino. Cosi Dante, fornito di poetici favellari, impiegò il colerico ingegno nella sua Comedia. Nel cui Inferno spiegò tutto il grande della sua fantasia in narrando ire implacabili, delle quali una e non piú fu quella di Achille, ed in membrando quantitá di spietatissimi tormenti, come appunto, nella fierezza di Grecia barbara, Omero descrisse tante varie atroci forme di fierissime morti avvenute ne’ combattimenti de’ troiani co’ greci, che rendono inimitabile la sua Iliade ; ed entrambi di tanta atrocitá risparsero le loro favole,