Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/209

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che in questa nostra umanitá fanno compassione, ed allora cagionavan piacere negli uditori, come oggi gl’ inghilesi, poco ammolliti dalla dilicatezza del secolo, non si dilettano di tragedie che non abbiano dell’atroce, appunto quafe il primo gusto del teatro greco ancor fiero fu certamente delle nefarie cene di Tieste e deH’empie straggi fatte da Medea di fratelli e figliuoli. Ma nel Purgatorio , dove si soffrono tormentosissime pene con inalterabile pazienza; nel Paradiso, ove si gode infinita gioia con una somma pace dell’animo, quanto in questa mansuetudine e pace di costumi umani non lo è, tanto, a que’ tempi impazienti di offesa o di dolore, era maravigliosissimo Dante; appunto come, per lo concorso delle stesse cagioni, V Odissea, ove si celebra l’eroica pazienza d’Ulisse, è appresa ora minor de\V Iliade, la quale a’ tempi barbari d’Omero, simigliami a quelli che poi seguirono di Dante, dovette recare altissima meraviglia.

Per ciò che si è detto, Ella non giá mi sembra esser imitatore di Dante, perché certamente, quando Ella compone, non punto pensa d’imitar Dante, ma con tal melanconico ingegno, tal severo costume, tal incetta di poetici favellari, è un giovinetto di natura poetica de’ tempi di Dante. Quindi nascono coteste tre vostre poetiche propietá:

i° che cotal vostra fantasia vi porta ad entrare nelle cose stesse che volete voi dire, ed in quella le vedete si risentite e vive che non vi permettono di riflettervi, ma vi fan forza a sentirle, e sentirle con cotesto vostro senso di gioventú, il quale, come l’avverte Orazio nell’Arte, è di sua natura sublime: di piú, con senso di nulla infievolito dalle presenti filosofie, di nulla ammollito da’ piaceri effeminati, e perciò senso robusto, e, finalmente, per le ombre della vostra malincolia, come all’ombra gli oggetti sembrano maggiori del vero, con senso anche grande, il quale perciò si dee per natura portar dietro l’espressione con grandezza, veemenza, sublimitá;

20 che i vostri sono sentimenti veri poetici, perché sono spiegati per sensi, non intesi per riflessione; le quali due sorti di poeti Terenzio ci divisò nel suo Cherea, giovinetto viofen