Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/225

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tezza, quanto è lecito umanamente, del cuor dell’uomo, senza la quale nè la politica può maneggiarlo né l’eloquenza può trionfarne; e quella critica la quale, da ciò che in ogni circostanza è posto l’uomo, giudica che cosa egli in conformitá di quella debba operare, che è una critica sappientissima dell’arbitrio umano, il qual è per sua natura incertissimo, e perciò sommamente necessaria agii uomini di Stato; — entrambe, oltre a quello delle morali filosofie, delle quali unicamente s’intesero i greci, per lo infinito studio de’ poeti, degli storici, degli oratori e delle lingue greca e latina ch’abbisognan per ben intenderli, si sono affatto abbandonate. E si son abbandonate principalmente per l’autoritá di Renato delle Carte nel suo metodo, ed in grazia del suo metodo, perocché voglia per tutto il suo metodo; ond’egli si ha facto un gran séguito per quella debolezza della nostra natura umana, che ’n brevissimo tempo e con pochissima fatiga vorrebbe saper di tutto. Che è la cagione perché oggi non si lavoran altri libri che di nuovi metodi e di compendi, perché la dilicatezza de’ sensi, che è fastidiosissima in questo secolo, essendosi traggittata alle menti, i nuovi libri non per altro si commendano che per la facilitá, la quale cosi fi acca ecí avvelena gl’ingegni siccome la difficoltá gí’ invigorisce ed avviva.

Però publica testimonianza è che metodi cosi fatti, trasportati dalle matematiche all’altre scienze, di nulla abbiano giovato gl’ingegni a dilettarsi dell’ordine, che da essi si è fatto passaggio (chi ’l crederebbe?) a scriversi dizionari di scienze, e, ciò che recar debbe piú maraviglia, delle stesse matematiche, da’ quali non vi ha maniera piú fatta a caso né piú scioperata d’apprendere. Cosi egli è addivenuto che si condanna lo studio della lingua greca e latina, onde sono dappertutto inviliti i prezzi degli scrittori iu entrambe le lingue propie, e si sono sformatamente alterati quelli de’ traduttori; e pure si fatto studio ci può unicamente informare della maniera di pensare saggia e grande de’ romani ed esatta e dilicata de’ greci, delle quali e l’una e l’altra bisognarebbe agli uomini d’alto affare, che debbono trattare di cose grandi co’ grandi e con altezza d’animo