Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/255

Da Wikisource.

questo, perché egli, parlando nella detta lettera a’ lettori intorno al furor poetico, lo stabilisce non essere altro che un pensare metafisicando sopra di qualche oggetto per formarne poi le immagini verisimili, le quali fanno il bello poetico. Ma di questo aspetta meglio esserne ammaestrato dal signor don Giambattista, a cui riverentemente bacia le mani da suo buono ed obbligatissimo servitore.

Di San Domenico maggiore, 23 luglio 1734.

LXIX

DEL PADRE DANIELE CONCINA

Trasmetterá un libro del fratello e chiede una raccomandazione presso il magistrato Ventura.

Dopo tanto tempo da che non ho avuto l’onore di riverire Vostra Signoria illustrissima, vengo finalmente a rassegnarle la mia antica servitú. Aspetto la occasione di trasmetterle un libretto di mio fratello, nel quale fa giustizia alla sua singulare ed incomparabile virtú, riponendo il suo nome glorioso tra i pochi sapienti veri della nostra Italia nelle filosofiche scienze! 1 ). Con questa occasione io sono a supplicarla del suo padrocinio presso codesto eccellentissimo signor reggente Ventura in un interesse del signor abbate Aloisi, il quale, sendo particolare mio amico, bramerei che fosse assistilo dalla sua valida prottezione. Le porgo pertanto le mie piú fervorose suppliche acciocché voglia interessarsi a favore di questo degno letterato. Sono sicuro che non mancherá di favorirmi, e perciò non voglio dilungarle il tedio.

(1) «Il padre Nicolò Concilia, lettor primario di metafisica in Padova, mi fa quest’onore da me non meritato in un progetto latino, dato l’anno 1736 fuori in istampa, d’uti sistema di diritto naturai delle genti, il quale fu da me donato a monsignor cappellano maggiore» (Postilla del V.).