Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/258

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spero Iddio mi fará la grazia di conseguire, conservando e lei e me in vita sino che io torni a fare un altro viaggio a cotesta amenissima e letteratissima Partenope !

Signor Vico, Ella si faccia coraggio e si governi, ed io non mancherò di pregare il Signore che la conservi e rinvigorisca per suo e mio e comune vantaggio del mondo letterato. Mi riverisca quel suo figliuolo, che intendo essere di una grande espettazione, per cui mi sento un ardentissimo amore e gli bramo ogni miglior fortuna. Molto e moltissimo mi consolo che il mio mezzo abbozzo del gius naturale e delle genti sia stato gradito da Vostra Signoria illustrissima, il cui divino ingegno non poso [fiosso] finire di ammirare.

Le rendo poi infinite grazie dell’onore che mi vuol fare nella sua Scienza nuova , che dice di avere notabilmente accresciuta ed illustrata, la quale starò attendendo con impazienza. Oh quanti fecondissimi e sublimissimi lumi ci sono per entro ! Cosi avessi io talento da farne uso e di comprenderne il fondo ed il mirabile artificio che parmi alquanto di ravisare. In breve spero di dar alle stampe una piccola dissertazione, in cui credo di rigorosamente dimostrare non essere io uscito fuori della giurisdizione metafisica in trattando del gius naturale, siccome qui si è andato sparlando da gente che non intende la natura di si fatta scienza. Seguita la stampa, ne invierò una copia a Vostra Signoria, di cui aspetterò il giudizio. Ne faccio uso in quella della di lei autoritá, e pongo in vista il giudizio fatto dal signor Clerc del suo libro De universi iuris uno principio, ecc.

In una mia, anzi in due lezioni fatte in questa universitá, ni’ è caduto in acconcio di porre in vista la bellissima ed eruditissima opinione di Vostra Signoria che le leggi delle Dodici tavole non sieno altrimente state prese da’ greci; il che m’ha eccitato contro il furore di qualcuno di questi nostri professori di giurisprudenza civile, ma che io molto non stimo, perché non sono scientifici né molto eruditi di fondo. Bramerei però qualche nuovo lume da Vostra Signoria, se pur vi fosse, e particolarmente per screditare il racconto di Tito Livio e di Dionigi Alicarnasseo. In particolare desidero sapere il luogo preciso in