Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/259

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cui Livio dice di principiar a narrare la vera storia romana solo dalla seconda guerra punica, siccome Vostra Signoria riferisce senza accennarne il luogo dello storico.

Ora non posso scrivere di vantaggio; mi riserbo ad altro incontro. Frattanto sono e sarò sempre con tutto l’ossequio, ecc.

Venezia, 1 settembre 1736.

LXXII

A NICOLA CONCINA

Sul Gaspari, su Gennaro Vico, sul giudizio dato da Celestino Galiani del Progetto del Concilia e, infine, sulla questione della legge delle dodici tavole e sul luogo di Livio ricordato dal Vico.

lo e ’l signor Cirillo dobbiamo certamente dolerci dell’ordine delle poste meno ben posto qui che tra voi, il quale ed a noi ha ritardato il piacere di ricevere le vostre giocondissime lettere ed a Vostra Paternitá riveritissima ha cresciuto il travaglio di duplicarle. Il padre maestro Gaspari l’ è infinitamente obbligato cosi della somma benignitá con la quale Ella ha ricevuto nella sua protezione la sua domanda alla cattedra, come degli utili avvisi gli dá per farla efficace, i quali mentre egli porrá in uso, io non resto di caldamente priegarla a continuar di proteggerlo. Io sempre piú e piú soti confuso dell’alta stima eh’ Ella fa di me, la qual io confesso affatto non meritare. Le rendo infinite grazie tanto degli autorevoli conforti ond’io sostenga la mia natura e fortuna di giá cadenti e de’ prieghi eli’ Ella porge a Dio per me che si degni di conservarmi, quanto del gentil desiderio eli riportarsi un giorno qui in Napoli e darmi la bella sorte di veder io di persona un mio si dotto e si generoso maestro. La lode del profitto che Gennaro mio figliuolo, eh’ umilmente v’ inchina, fa negli studi migliori, la qual scrive esserle con piacere giunta all’orecchie, e l’amore che gentilmente perciò gli portate, gli sono forti stimoli a piu vigorosamente correre la strada della virtú.