Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/265

Da Wikisource.

disegno di cercar d’imitare lo stile degli antichi filosofi e specialmente platonici, dietro alla scorta di sant’Agostino e di Cicerone.

Starò dunque attendendo con molto desiderio, ma con tutto il comodo di Vostra Signoria illustrissima, il suo intero giudizio, e molto piú la sua dotta censura. La quale tanto piú desidero libera e liberale, quanto piú ho buona ragione di credere che in questa maniera la mia scrittura possa ripurgarsi da quei difetti che sempre scorrono e nella sentenza e nella elocuzione, e specialmente nelle cose metafisiche ed astratte, nelle quali non è cosi agevole usar chiarezza, che principalmente richieggono, e nettezza e bellezza di dire. Tanto piú che la mia opera abbraccia (vorrei dire) tutti i generi del dire e molto piú del didascalico ed anche critico, essendo ella insieme e lode e difesa della virtú eroica di Benedetto, e come un sistema, insomma, di tutte le veritá scientifiche e rivelate.

E finalmente, per adempir la promessa d’esser breve, riconfessando in questo modo, e come col silenzio, a Vostra Signoria illustrissima i miei doveri strettissimi, la riprego sempre piú a comandarmi, nell’atto che raffermo al suo chiarissimo merito la mia migliore osservanza. E cosi divotamente mi rassegno, ecc.

Bari, 28 settembre 1737.

LXXVI

A MONSIGNOR MUZIO GAETA Elogia il panegirico composto dal Gaeta.

Ho meditato la maravigliosa opera di Vostra Signoria illustrissima, e con mio sommo piacere e profitto vi ho scorto Ch’Ella vi dá una perfetta idea del cristiano eroismo, ch’è tanto dire quanto una cristiana moral dimostrata, della quale, e per l’incertezza della materia e per la difficultá del lavoro,