Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/283

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sempre avuto il primo luogo e ’1 primo vanto, che sempre piú le conviene e se lo guadagna maggiore coi nuovi testimoni Ch’Ella ne dá a dispetto dell’etá e della sanitá aggravata e malmenata dalla sua contraria fortuna. Ma solo il savio sa superare il fato colla virtú dell’animo, che si confá con ogni caso e vicenda delle cose umane; ed accrescendosi in me l’obbligo di servirla, ne raddoppio a Vostra Signoria illustrissima le mie istanze per riceverne da lei le opportunitá piú confacenti al suo genio e al suo gran merito, al quale tutta raffermo la grande stima che io ne faccio. E cosi particolarmente e cordialmente mi dichiaro, ecc.

Bari, 15 novembre 1738.

LXXXIII

A RE CARLO DI BORBONE

Supplica per il conferimento della cattedra di rettorica al figliuolo Gennaro.

Sacra Reai Maestá, Signore,

Giovan Battista Vico, istoriografo regio e professor d’eloquenza ne’ regi Studi, prostrato a piedi della Maestá Vostra, umilmente supplicandola, l’espone come esso da quaranta e piú anni ha servito e serve in questa regia universitá nella cattedra di rettorica col tenue soldo di cento ducati annui, co’ quali miseramente ha dovuto sostentar sé e la sua povera famiglia. E perché ora è giunto in un’etá assai avvanzata ed è aggravato e quasi oppresso da tutti que’ mali che gli anni e le continue fatighe sofferte soglion seco portare, e sopratutto è stretto dall’angustie domestiche e dalli strapazzi dell’avversa fortuna, da’ quali sempre ed ora piú che mai troppo crudelmente viene malmenato; quali mali del corpo, accompagnati ed uniti ai piú potenti, quali sono quelli dell’animo, l’hanno reso in uno stato affatto inabile per la vita, non potendo piú trascinare il corpo giá stanco e quasi cadente, di maniera che miseramente vive

G. B. Vico, Opere - v.

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