Pagina:Vico - Autobiografia, carteggio e poesie varie, 1929 - BEIC 1962407.djvu/288

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opportunitá. E rendendole ben distinte grazie dell’augurio di felicitá cortesemente avanzatomi, le riaguro da Dio, da cui ogni nostro bene come da vera sorgente deriva, la pienezza delle celesti benedizioni. E con la dovutissima stima immutabilmente mi confermo, ecc.

Roma, 31 dicembre 1743.

Oltre i numeri raccolti nel presente Carteggio, restano, del Vico o al Vico:

lxxxviii. — Un frammento di lettera (Napoli, 4 novembre 1702) ad Alfonso Crivelli, inserito nel proemio encomiastico composto da Pietro Emilio Guaschi per gli Elogi accademici del Gimma, e cosi concepito: «Fervet in ingenti Elogiorum opere dominus abbas Gimma, in quo nova quadam et ab aliis excultis eius generis scriptoribus insolita arte de quaque re eum, qui suscipitur laudandus admonuit, eo cuncta, quae in medio posita sunt, et id attingant, tanquam ad suum revocat caput: ita ut quodvis eius elogium (vides qua arte!) innumeris in eodem genere aliis argumenta suppeditare possit. Itaque mihi id videtur opus polyanthea, vel humanae vitae theatrum in certa Elogia digestum ac distributum. Vale, neapolitani Senatus lumen maximum, literarum praesidium et decus».

lxxxix. — Un bigliettino a Matteo Egizio (Napoli, 1720) per ringraziarlo del dono di alcuni dolci.

xc. — La sola quinta pagina d’una lettera del padre Tommaso Maria Alfani («Da San Domenico Maggiore, a’ 19 di giugno 1734»), relativa alla Scuola medica di Salerno: «... Europa fioriti; e in questo tempo, che fu la stagione di Carlo Magno (che rinnovò le scienze e le facultá, per cagione de’ barbari ite male), non si legge alcun medico celebre, e solamente si vede in piedi il costume di medicar con i bagni. Da queste cose ei mi sembra che prima degli arabi fosse nel nostro Reame, e in particolare in Salerno, in fiore la medicina, e con essa la filosofia. Questo è quanto ha saputo notare fra Tommaso Maria Alfani in osservanza de’ comandamenti dell’ illustrissimo signor Giambattista Vico, a cui, con ossequiosa riverenza da buon suo servitore e discepolo, bacia le mani».